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SCIVOLI

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Target: Filosofi Meditabondi

Una delle cose che apprezzo davvero della meditazione è l’idea che quando mi siedo qui, la qualità dell’Io, dell’essere, non è mai statica, non è mai la stessa. (cit. Andy Puddicombe)
Ogni volta che siedo sul cuscino, quel momento è differente, la mente è differente, le emozioni lo sono, il corpo lo è. 

Si tratta solo di osservare queste differenze, di percepirle: perché le cose vanno avanti, cambiano continuamente senza che ce ne accorgiamo. La qualità dell’essere sta sempre cambiando. 

E questo è molto importante. Perché quando lasciamo andare tutti i comportamenti, le consuetudini, le immagini in cui ci identifichiamo, sapere che niente è sempre la stessa cosa, che tutto cambia continuamente, è fondamentale nel nostro processo di evoluzione.
Altrimenti non c’è spazio, siamo in qualche modo limitati.
Se invece ci rendiamo conto che nel ripetere la stessa pratica, come ad esempio capita ai tanto focalizzati Ashtangi, nel sedere in silenzio anche solo per pochi minuti e provare a restarci in quel silenzio, nel tentare e ritentare cocciutamente di gestire una nuova asana in maniera più “comoda”, o “solo” nel mettersi a respirare ancora una volta esercitandosi ad allungarne la durata, beh, il potenziale di mutamento è incredibilmente ampio.
Iniziamo ad avere più fiducia. A guardare oltre i nostri tormenti che a volte sembrano insormontabili ed importantissimi. Ad essere più tolleranti, e dare meno peso a “faccende umane”.
E non è una volontà di avere fiducia, un buon proposito. È fidarsi davvero. È credere fino in fondo nella chance di un cambiamento a noi riservato. 
A volte forse non corrisponderà esattamente a quello che ci si aspettava, a dirla tutta quasi mai, ma sarà esattamente ciò di cui avevamo bisogno. Anche senza rendercene conto consapevolmente.

Fidarsi diventa affidarsi. Avere la capacità di lasciare fluire ansie, paure e tormenti, scegliendo con presenza forte e coraggiosa di fregarcene di meno. 
Mia madre mi ha dato un grande insegnamento una volta, quando ancora ero molto molto piccola: è giusto avere paura di ciò che non conosci, l’importante è farsi coraggio, fissare la tua paura dritta in faccia e oltrapassarla. 
La paura rimarrà forse, ma sarà più debole, come rimpicciolita. E alla volta successiva, diminuirà ancora e ancora e ancora… fino a diventare minuscola e quasi, dico quasi, invisibile. 
Inevitabilmente inizi a fluire su uno scivolo ben oliato, illuminato dal sole, che continua ad intimorirti perché continui a scivolare e non sai proprio per niente in che direzione. 
Ma in fondo…c’è il sole, ti rendi conto che fai molta meno fatica a discenderlo che a salirlo come facevi prima, e scivolare ti ricorda quanto da piccolo ti facesse ridere di gusto. Perché dunque non provare a farlo anche da grandi?
E se questo è ancora complicato da mettere in atto, almeno stiamo creando le condizioni per cambiare. 

Così, ogni giorno, quando siedi sul cuscino o srotoli il tuo tappetino, ricorda a te stesso che la qualità dell’essere sta sempre cambiando. 
Quell’Io che si modifica senza soluzione di continuo è la nostra capacità di trasformare i nostri affanni e le nostre afflizioni in acqua che scorre.